Recensione di Too Late di Colleen Hoover

Sloan è imprigionata in una relazione tossica, Asa la tiene legata a sé in maniera violenta, ma lei farebbe tutto affinché al suo fratellino non vengano tolte le costosissime cure, Asa infatti le paga per lei. Come se non bastasse, Asa è anche uno spacciatore. Nella sua vita però entra Carter, un nuovo socio che dovrebbe aiutare i traffici di Asa. Ma lui sembra avere per lei un interesse. Come se non bastasse, sembra essere una persona che sta nascondendo un segreto.
L’ho detto più volte: leggerei anche la lista della spesa della Hoover se venisse pubblicata. Ma questa volta la delusione è troppa, più del flop paranormal romance Layla. Ecco perché mi sento in dovere di parlare di questo libro e raccontarvi perché non leggerlo, analizzando un poco i difetti e, al contempo, riflettere se sia davvero il caso di continuare a leggere tutto di questa autrice.
Perché scrivere una recensione negativa su una autrice che difficilmente smetterò di seguire io (figuriamoci il resto dei suoi lettori) dopo questa ciambella che, palesemente, non è uscita con il buco? Voglio bene alla Hoover, ha scritto alcuni dei romanzi che preferisco. Ogni tanto però bisogna riconoscere che per quanto brava, acclamata e venduta, anche lei sbaglia ed è più che giusto farlo notare.
Sì ma, cosa è successo di così grave? La gravità è che un normale editore difficilmente avrebbe mai permesso di pubblicare un libro così pieno di espedienti irreali. Capiamoci, è la stessa autrice a dire che questo libro era stato scritto per sfogo, in un periodo con poca ispirazione e che, solo in un secondo momento, è stato dato alle stampe. Posso capire delle ingenuità che arrivano dalla scrittura di getto, quel bisogno viscerale di ogni scrittore di dire “a me così piace” perché non ha davvero necessità che arrivi in libreria. Sono conscia che è scritto per gioco, giusto per divertirsi e farlo leggere gratuitamente ai propri followers. Quando però si passa a una pubblicazione, bisogna lavorare in maniera critica e avere un editor che è pronto a segnalarti che, determinate situazioni, non possono essere credibili. Soprattutto se devo sborsare qualcosa come 18.90€.
Non andate oltre se non volete spoiler.
Carter è un agente sotto copertura, uno di quelli che dovrebbe fare il suo lavoro. Eppure, per come lo descrive l’autrice, non sa come funziona “essere sotto copertura”: in più occasioni fa errori da principiante. Inoltre in alcune situazioni viene specificato che torna in centrale o fa rapporto. Caro Carter, cara Hoover, non funziona così: se sei sotto copertura non puoi permetterti di creare sospetti sulla tua persona. Vivi e ti comporti come se la tua nuova identità fosse reale, resti in anonimato. Far saltare la copertura può mettere a rischio l’indagine, ma pure la vita di un poliziotto. Assieme all’irrazionalità del personaggio di Carter, si aggiungono i plot twist a volte interessanti, ma più si procede nella lettura, più questi eventi suonano bizzarri: la prima scena di passione tra Carter e Sloan è impossibile, viene introdotta perché era il momento in cui serviva.
Asa è il personaggio meglio scritto di questo volume. Nella sua psicopatia è coerente, ma a pochi passo dalla fine tutto viene messo in discussione e, anche la solidità del personaggio, raggiunge l’inaffidabilità di Sloan e Carter. Questi ultimi, spinti dalla spirale romantica, perdono credibilità di pagina in pagina, ed è come sentire le unghie sulla lavagna. Si è immersi nella tensione e, in pochi capitoli, tutto sfuma e diventa “troppo” per essere percepito come reale.
A questo genere di situazioni si aggiunge un finale allungato, manco fosse la zuppa del casale. Nonostante la completa esagerazione delle situazioni, tutto si risolve velocemente a “tarallucci e vino”, lasciandomi delusa e arrabbiata.
Questo genere di ingenuità, accordate a un autore famoso, mi fanno riflettere: perché un editore decide di pagare di diritti e la traduzione, per pubblicare qualcosa che non funziona? L’unica spiegazione è che sa che “tanto venderà” e “tanto ne parleranno bene”. Questa è una autrice molto seguita ed amata e probabilmente, i nuovi lettori che si stanno abituando a testi banalotti e pieni di buchi di trama (che sono frutto di successi wattpad o simili), nemmeno noteranno il difetto. Mi spiace ma io non ci sto! Ho comprato e supportato questa autrice, e forse smetterò di alimentare questo mercato del successo. Inoltre mi prendo la libertà, d’ora in poi, di stroncare questi flop: questo libro è scritto per toccare le corde, giuste per emozionare il lettore, al pari di una soap opera sudamericana, ma strutturalmente è fragile come un castello di sabbia in riva al mare con l’arrivo dell’alta marea. Risparmiate quei quasi 20€, piuttosto compratelo usato se volete averlo nella vostra collezione Hooveriana. Ma non aspettatevi nulla.

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    Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

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    Cominciamo dagli editori. Il meglio di questo 2020 secondo me arriva da due molto diversi e di cui ho letto poco, eppure quel tanto che basta a farmi capire che vanno consigliati a tutti. Il primo è Carbonio Editore con cui ho collaborato, ma di cui sto puntando altri due o tre titoli da comprare per leggerli nel 2021. Non è un catalogo frivolo il loro, i testi che ho letto mi hanno dato una chiara visione sulla profonda ricerca e cura dei loro testi, facendomi scoprire anche autrici che meriterebbero molto più spazio nelle librerie italiane, come Jill Dawson. Se cercate qualcosa di serio con cui aprire il 2021, guardate i loro libri, se comincerete con Carbonio sono sicura che l’anno partirà con la marcia giusta.

    Il secondo editore è Tunué: non ho letto libri, mi sono soffermata sulle loro graphic novel e vi confesso che probabilmente tenterò anche la parte letteraria delle loro pubblicazioni. Mi sono dedicata unicamente ai lavori di Tony Sandoval, ma non me ne vogliate, amo troppo questo artista. Lo avrete capito dalle mie recensioni sulle sue opere. Il plauso è da condividere anche con l’editore che, non solo lo ha portato in Italia, ma ha anche saputo fornirgli il formato e i materiali più adatti per esaltare le sue opere.

    Stranamente ho letto anche libri per ragazzi e giovani lettori. L’ho fatto principalmente perché era uscito “La signora Frisby e il segreto del Nimh”, che ha dato una nuova sfaccettatura a una delle storia più importanti legate alla mia infanzia e, sempre per rimanere in tema topolini, ho letto (e vi consiglio) “Factory”. La narrativa per piccoli mi è sempre apparsa come scialba e priva di spessore, eppure questi due libri mi hanno dimostrato che può essere anche profonda e concreta. Forse è il caso di dare una seconda possibilità a quel lato delle librerie che sembrano essere ben rifornite, ma che gli adulti non leggono.

    Passiamo a parlare di generi. Guardando le mie letture spicca il romance. Grazie a questo genere ho ripreso a leggere durante il covid e lo devo a “Un’estate da ricordare”, un romance storico prequel di una serie che sto leggendo senza troppo impegno, recuperando ogni tanto i volumi che la compongono. Tra le eccellenze del genere però abbiamo anche “Condannati” di Jane Harvey Berrick, che finalmente è tradotta al meglio per i lettori italiani, e che emoziona con le sue storie uniche e che parlano di rivincita e rinascita. Altro titolo da citare “Come petali di Ciliegio”, un caso editoriale che da self è arrivato alla grande editoria dimostrando, ancora una volta, che se scrivi bene prima o poi un buon editore verrà a bussare alla tua porta. Infine il meglio di questo genere, “Pâtisserie Française – Macarons in cerca d’amore” di Margherita Fray. Si è rivelata la lettura migliore in questo genere: frizzante, ironico, spensierato, è stata la lettura che ho consigliato di più, tanto da farlo leggere anche alle mie colleghe in ufficio durante gli ultimi mesi di lockdown questa primavera. Se (sul serio?) non lo avete ancora letto, vi consiglio di recuperarlo; questa autrice ha la stoffa per scrivere e mi auguro di leggere molto altro nel 2021!

    Altro genere di cui non avevo mai parlato sul blog sono le graphic novel e fumetti. Mi sembra giusto dare spazio anche al meglio di questa categoria. Il meglio è formato da un trittico molto vario eppure armonioso. Partiamo con “Heartstopper”. C’era bisogno di questa storia, servivano le sue vignette ironiche e eppure ricche di emozioni. “Watersnakes” è il secondo titolo, ci porta la delicatezza di un tratto unico con la spensieratezza di storie che sembrano rivolte a un giovane pubblico, ma con tematiche forti a volte splatter. Infine quello che per me è stato il meglio per questa categoria: “Cheshier Crossing”… ok forse sono un filino di parte perché c’è Alice, ma mi è piaciuta moltissimo e mi sento di consigliarla a chi ama i crossover, e se ve lo dice una che non ne leggerebbe, fidatevi significa che merita.

    Mi sono dilungata abbastanza direi che teniamo per la seconda parte il Fantasy, la Distopia e soprattutto il meglio del meglio.

  • Recenzione Thunderhead di Neal Shusterman

    Citra è ormai divenuta la Falce ‘Madame Anastasia’, una falce che spigola dando il tempo alle sue vittime per prepararsi alla morte. Rowan, a suo modo, è divenuto “Maestro Lucifero” e elimina le falci che non hanno etica nel loro operato. Come se non bastasse il Thunderhead ha un piano perché tutto raggiunga un equilibrio…

    Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

    Le trilogie distopiche di questi tempi mi stanno deludendo tanto… In realtà ci vedo uno schema: Divergent e Hunger Games (per citarne alcuni) hanno un percorso verso la distruzione della distopia vigente; se prendiamo invece quelle in volumi singoli classiche come per esempio  Fahrenheit  451 o Il mondo Nuovo, ecco che la situazione è diversa, il lettore rimaneva inorridito e il libro lo portava a riflettere sul concetto “cosa posso fare perché un futuro come questo non si avveri?”. Invece questi volumi sono più un viaggio avventuroso, dove il singolo risponde alla chiamata per poter distruggere il mondo (sbagliato) in cui vive.

    Vi dico questo perché fino all’ultimo capitolo ero convinta che il canovaccio fosse abbastanza banale e ovvio. Invece la storia ha un portentoso plot twist che non è prevedibile, ma… sì abbiamo un “ma,” ciò che lo precede a mio parere non è sufficiente a salvarlo dalle molte critiche.

    Partiamo dal Thunderhead. Lo si conosce sempre di più, ma i suoi interventi alla fine del capitolo a volte risultano eccessivi. Farlo diventare un personaggio a tutti gli effetti lo rende a volte scomodo e di troppo (anzi quando dovrebbe esserci non c’è mai). Il secondo aspetto che devo Criticare è Rowan a inizio libro, la sua scelta di diventare una Falce ammazza Falci è sciapa, infatti ho apprezzato molto di più la sua presenza passiva nell’evolversi della trama. Non voglio aprire il capitolo romantico perché rimane coerente all’incoerenza con cui era stato trattato nel primo volume, praticamente è un qualcosa che proprio si poteva evitare o semmai scrivere meglio. E infine, non faccio spoiler, la carrambata (è un termine troppo vintage perché lo si capisca?): ecco, non ci siamo, i colpi di scena devono essere coerenti, quando sono così eccessivi come quello del “nuovo cattivo”, ho temuto che il resto della lettura sarebbe stato noioso.

    Cosa salva questo libro dalla bocciatura a pieno titolo? Da una parte l’introduzione di nuovi personaggi come Greyson che, una volta identificato come losco, ho trovato noioso e sul finale ho capito che questa volta mi ero lasciata ingannare dallo scrittore. Dall’altra, come ho già detto sopra, per lo meno il finale non sembra il preludio di una guerra che i protagonisti dovranno combattere nel terzo volume. E questo mi da molta speranza.

    Quindi direi che non sono ancora pienamente convinta ma rispetto al primo volume va molto meglio. Mi riservo di farvi sapere se davvero consigliarvi questa trilogia quando avrò letto il terzo e ultimo volume, in ogni caso tenetela d’occhio.

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