La legge dei lupi

Abbiamo lasciato Nikolai con delle nozze da celebrare e Nina, infiltrata,  che potrebbe dare la chiave a Ravka per sopravvivere a una guerra ormai alle porte. Già dalle prime pagine capiamo che non sarà semplice, i nostri eroi si troveranno davanti all’ultima grande lotta.

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

Siamo ai conti finali ma è chiaro che la Bardugo non ha intenzione di farci godere il finale in fretta. Questo è, ad ora, l’ultimo volume del mondo Grisha. Devo confessare che un poco mi spiace vedere la parola fine su questo libro, ma devo anche che, ad esclusione della parte legata a Nikolai che mi ha convinto meno, leggerei ancora altro.

I miei più grandi dubbi sono legati al personaggio di Nina che non conosco dalla precedente dilogia (quindi potrei sbagliarmi e ve lo confermerò o meno appena leggerò Sei di corvi), ma che dopo l’amore dimostrato per Matthias ora si trova a legarsi ad Hanne e non lo so … l’ho trovato un poco messo lì per sì complicare la trama, ma anche per strizzare un occhio alla comunità LGBT+ (a mio parere potevano giocarsi un altro personaggio diverso da Nina).

Rispetto al primo volume si è rivelato meno deludente del previsto, anche se avrei davvero preferito non dover vedere di nuovo l’Oscuro come l’evoluzione del personaggio di Nina. Mi sembra una scelta fatta più per il fandom che per esigenze di trama (insomma di nemici e intrighi ce n’erano già abbastanza perchè rivangare il passato?).

Non sono pienamente soddisfatta, ma devo dire che questa saga non posso non consigliarla: certo non è perfetta, ma è il perfetto esempio di come integrare un elemento magico a una o più culture a noi famigliari (Ravka è chiaramente una Russia magico-steampunk per fare un esempio): insomma uno strumento ideale per scrittori di fantasy che non sanno come creare un proprio mondo fantasy (alla Mucciaccia, prendete un po’ di colla vinilica, un po’ di magia, la Russia Zarista e incollate tutto insieme con coerenza). Certo ci sono esempi più eccelsi di questo, non lo nego, ma dobbiamo rendere atto che questo libro è riuscito dove molti altri (scritti anche meglio) non sono riusciti: a vendere un casino e diventare pure una serie Tv su Netflix, insomma qualcosa che lo rende davvero speciale c’è.

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