Recensione di Wicked Tapes di Margherita Fray

Valentina è una Youtuber. I suoi video parlano del mondo paranormale, di vampiri, di licantropi e soprattutto di un ragazzo dai capelli bianchi dotato di zanne. Sono proprio le foto di questo enigmatico personaggio ad averla resa una celebrità on-line. La sua vita scorre normalmente fino a quando il misterioso ragazzo la trova e con lui tutto, quello che viene celato agli essere umani, diventerà una dura verità.

Attenzione questo libro è stato offerto da Margherita Fray.

Può la frizzante Margherita Fray incantare i suoi lettori con una storia fantasy? Vi do un indizio. Come i bambini che vestono di rosa non sono femminucce, questa autrice non è solo una scrittrice di romanzi rosa con situazioni scoppiettanti; no signori, la Fray sa scrivere anche di mutaforme, vampiri e demoni.

Per la precisione però non lo definirei urban fantay e nemmeno paranormal romance. Mettere insieme questi due generi nelle mani di Margherita può generare unicamente un nuovo sottogenere: il “Paranormal Chicklit”. Già perché tra le pagine di questa storia (a cui mancano solo altre cento pagine per noi appassionati e un “fratellino”, che a questo punto aspettiamo presto), gli elementi dark delle atmosfere urban incontrano la simpatia e genuinità delle protagoniste tipiche della sua mano narrativa. A rafforzare la componente “Chicklit” l’uso della prima persona onnisciente, qualcosa che tecnicamente i professori criticherebbero, ma che si sposa con a una struttura narrativa molto intrigante

Ora che abbiamo trovato l’etichetta per questo romanzo parliamo dei personaggi. Una prima persona che parla di tre diversi protagonisti. Valentina voce narrante, e causa scatenante, di una storia che il lettore gusterà su due piani narrativi diversi: Katil bello e sensibile con tanto di elemento sovrannaturale a renderlo il perfetto protagonista maschile, e infine Lorenzo l’eterno friendzonato ma che, ammettiamolo, noi sapremmo consolare.

Un trittico molto interessante che si scontra e racconta due momenti diversi della storia: l’inizio e il finale che vorrebbero evitare.I personaggi di Kat e Lorenzo infatti raccontano la storia futura alla morte della protagonista, mentre Valentina racconta come arriverà a quel momento. È stata una scelta insolita che rende però il romanzo dinamico e mai noioso. A questo poi si aggiunge anche la caratteristica che, nonostante si legga nello stesso capitolo il presente e il possibile futuro, non ci si trova con una storia interrotta a ogni cambio di personaggio. In pochi capitoli si famigliarizza con questi salti e il finale fa urlare  “ne voglio ancora”!

Una grande prova d’autore che mostra la versatilità di questa autrice senza mai snaturare il suo stile, anzi piega il genere a suo piacimento e, a noi lettori, resta solo una cosa da fare: invocare a un nuovo libro da leggere, perché questa autrice non basta mai.

Se vi ho incuriosito, vi invito a leggere anche le recensioni dei blog che hanno aderito al Review Party:

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    Il secondo editore è Tunué: non ho letto libri, mi sono soffermata sulle loro graphic novel e vi confesso che probabilmente tenterò anche la parte letteraria delle loro pubblicazioni. Mi sono dedicata unicamente ai lavori di Tony Sandoval, ma non me ne vogliate, amo troppo questo artista. Lo avrete capito dalle mie recensioni sulle sue opere. Il plauso è da condividere anche con l’editore che, non solo lo ha portato in Italia, ma ha anche saputo fornirgli il formato e i materiali più adatti per esaltare le sue opere.

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    Mi sono dilungata abbastanza direi che teniamo per la seconda parte il Fantasy, la Distopia e soprattutto il meglio del meglio.

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    Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

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    Attenzione, questo libro è stato offerto da Mondadori.

    Partiamo dal presupposto che proprio un anno fa (dal giorno in cui sto scrivendo questo articolo), a Candem Town, un fumettaro mi stava proponendo una graphicnovel crossover tra queste tre protagoniste; era una versione molto più adulta di Cheshire Crossing e vi confesso che un poco mi pento di non averla comprata. In ogni caso mi fa molto sorridere trovarmi a scrivere questo articolo ora, dopo un anno, e parlare delle stesse tre ragazzine, in un’opera che ha del geniale.

    Andiamo con ordine. Qualcuno di voi ha mai visto “Nel fantastico mondo di Oz” (conosciuto anche con il titolo “Ritorno a Oz”)? Trattasi del secondo film dedicato alla serie che Disney produsse negli anni ’90 e che partiva dallo stesso input di questo volume: se Doroty fosse esistita, dopo il suo viaggio nel mondo di Oz, come sarebbe stata trattata? Ovviamente da pazza, messa in manicomio! Ecco che Wendy, Alice, e appunto Doroty, si ritrovano insieme in una clinica che dovrebbe curarle dalla pazzia.

    La premessa è fantastica, ma quello che c’è da sapere è che la clinica in cui sono finite, la Cheshire Crossing, non le crede pazze. Piuttosto vuole studiare i loro poteri.

    Gli elementi intriganti sono legati alle tre protagoniste che hanno un carattere molto delineato (ho amato Alice perchè forte e menefreghista e già tifavo per lei a pagina 2) e alla fusione dei tre mondi (che entreranno in contatto tra loro, ma non vi dico come). Il tutto insieme avrà dei risvolti esilaranti. Si incastra tutto magistralmente, cosa che non pensavo potesse succedere (sono una purista di Alice e difficilmente la trovo adatta a vivere fuori dal suo mondo), eppure vedere le tre protagoniste scontrarsi con Uncino e la Strega dell’Est è apparso un evento molto naturale. Allo stesso modo Wendy e Doroty sono state una rivelazione: non le ho mai amate particolarmente, ma messe a contatto con gli altri mondi fantastici hanno saputo tenere la scena.

    I disegni sono semplici, eppure hanno il loro perché. Ho storto il naso solo sull’epilogo, se lo leggerete ditemi se non avete avuto la stessa mia impressione. I colori accesi dei mondi fantastici, si contrappongono ai colori caldi e monocorde del mondo reale. Non so se avrei optato per un disegnatore diverso, devo ammettere che il tratto ben si adatta alla frizzantezza di alcuni momenti.

    Una graphic novel fresca, rivolta a giovani lettori e di cui voglio vedere molto altro (e l’epilogo mi lascia ben sperare). Lo consiglio a chi piacciono le storie originali che hanno ispirato questo volume.

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    “Mi piace la puntualità, che è rispetto del tempo dell’altro. Che è dire avevo voglia di stare con te, spero di non darti disturbo, è così breve il tempo che abbiamo per noi, che, se lo sciupiamo, è sprecare ciò che c’è di più prezioso.”

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    “Siamo forti insieme, mi ripeteva. Ci ricuciamo le ferite, ci togliamo le offese, ci regaliamo la libertà di essere noi.”

    Il bello di questo libro sta anche nel coraggio di vivere nonostante tutto. La storia di Eufrasia, e delle donne che l’anno preceduta, raggiunge in alcuni punti momenti strazianti e, a volte, il lettore necessita del balsamo per risollevarsi e continuare a resistere perché la vita va vissuta:

    “«Ciascuno di noi fa l’esperienza della caduta» le confermo, perché la sua voce mi ha raccontato ciò che la sua lingua non dice. «Si cade a terra perché ci ricordiamo che è da lì che proveniamo. Ed è lì a cui siamo destinati.»”

    “«Poco si ottiene senza fatica, Filomela. Nulla è facile, è legge di vita. Forse perché il gusto dell’essere creature sta in questo: nella conquista, nel sapore dello sforzo, nel colore del viaggio che ci ha portato a ottenere ciò che abbiamo chiesto, pregato, invocato.»”

    “Ci vogliono carezze dove altri affondano la lama. Ci vogliono lacrime a lavare ogni grumo salato. Ci vogliono parole piane e lievi a togliere il rumore del cuore che sbatte nelle tempie.”

    In molti momenti vita e cucito sono spesso sinonimo l’una dell’altro. E’ una similitudine che risulta tutta naturale fin dalla prima parola. In fondo la vita è sempre stata paragonata alla tessitura o alla filatura (come per esempio le parche). Tra i più belli ho scelto questi:

    “A volte le giornate scorrono uguali alle altre finché qualcosa si inceppa e l’ordine si rovescia. E ciò che c’è stato prima si spezza e, come filo che non tiene il punto, la cucitura salta e bisogna cominciare daccapo.”

    “Ha sempre ricamato, Clelia, e mi ha raccontato la sua vita. Dallo scorcio della sua finestra conosceva più mondo lei di chi lo avesse attraversato a piedi. E lo infilava, il mondo, con ago e refe, e telaio che tende il tessuto.”

    La speranza è un altro punto molto enfatizzato, le protagoniste non sono donne deboli che lasciano il potere nelle mani degli altri o della sventura:

    “«Il mondo è un luogo di spine. Un posto che frana, persino dove sembra battere il sole. Ma a noi non resta che trovare lo spazio, perché ci è dato un angolo che ci appartiene e che sarà nostro. E se il male ci travolgerà, chi rimane ha il compito di andare avanti, perché niente di chi non c’è più sparisca, ma per continuare da lì, dal punto in cui l’altro è arrivato. «E a forza di passi, arrivare alla fine e riuscire a trovare il coraggio di continuare comunque, anche se il male potrebbe tornare. Proseguire, perché il male può solo interromperti, farti deviare il percorso, ma non potrà mai fermarti. Perciò vai oltre per chi non è più al tuo fianco. Come tuo padre. Come Clelia. Avanti, avanti, perché la vita è più forte. La vita è più grande di ogni dolore. La vita è bellezza che supera il male.»”

    Questi sono piccoli assaggi di un libro in cui potreste pensare di trovare solo una storia, invece è molto di più. Ne parleremo nella recensione lunedì 21. Nel frattempo se vi ho incuriosito vi ricordo che potete seguire le tappe dell’evento che hanno preceduto la mia che chiude appunto questo viaggio all’interno de “L’ultima ricamatrice” di Elena Pigozzi.

  • Introduzione alla Trilogia di Julia Quinn

    Questo è un anno di grandi scoperte grazie alle nuove uscite di Mondadori.Lo vedo anche dalle dipendenze che ha creato, come il mio bisogno di potermi abbonare a “Le cronache mondane di Lady Whistledown” di cui vi parlerò nella mia recensione. Vi presento questa trilogia (che ho divorato) che Mondadori porta in Italia proprio ora che Nexflix ha messo in cantiere la serie ispirata agli otto volumi che compongono questa trilogia romantica con ambientazione Regency.

    Con le parole di Lady Whistledown vi presento quindi i Bridgerton:

    “I Bridgerton sono la famiglia più prolifica dell’alta società. Tale peculiarità è encomiabile anche se si può ritenere banale la scelta dei nomi fatta a suo tempo dall’ormai defunto viscontee dalla viscontessa per i loro figli: Anthony, Benedict, Colin, Daphne, Eloise, Francesca, Gregory e Hyacinth. Avere metodo è una cosa meritoria, ma si pensa che dei genitori intelligenti riescano a ricordare il nome dei propri figli anche senza metterli in ordine alfabetico.”

    Otto tra fratelli e sorelle che nel complesso mondo del ton, nell’epoca più abusata per raccontare storie romantiche, dovranno fare i conti con l’amore, a volte ricercato altre inaspettato, che terrà i lettori incollati alle pagine.

    I primi tre volumi in uscita oggi sono: “Il Duca e io” dedicato a Daphne, “Il Visconte che mi amava” in cui sarà il capofamiglia Anthony a cedere al proprio cuore e infine “La proposta di un Gentiluomo” dove sarà il turno di Benedict farci vivere una favola Regency.

    Tre libri a cui seguiranno anche i restanti cinque (aspettiamo con ansia le date), che sapranno allietar gli amanti del romance storico.

    Per questo vi invito a seguire il Review Tour per scoprire nei dettagli cosa ne pensiamo noi blogger che abbiamo avuto la fortuna di leggerli.

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