Recensione Rosso Bianco e Sangue blu di Casey McQuiston

Recensione Rosso Bianco e Sangue blu di Casey McQuiston

Che cosa potrebbe succedere se, il figlio della prima presidente donna degli Stati Uniti, si innamorasse del principe dell’Inghilterra? Questo è il “WHAT…IF” su cui si regge la storia di questo volume, best seller internazionale, che continua a conquistare nuovi lettori italiani.

Prima di recensirlo, un paio di piccole premesse. La prima: non avevo in mente di scrivere la mia opinione sul blog, avevo bisogno di leggere qualcosa di spensierato e questo libro era perfetto. Dopo averlo terminato però, sento proprio il bisogno di dire qualcosa. Aggiungo che non è il primo libro LGBT+ che leggo, ma come vedrete, credo sia l’unico che non mi ha dato l’idea di essere finto. Non è l’ennesima storia che cavalca la moda dell’inclusività (una brutta abitudine che troppo spesso si trova in libreria). Infine per seconda ci tengo ad aggiungere che, la mia opinione, è stata molto condizionata dai ringraziamenti dove ho davvero capito la vera natura di questo romanzo.

Questo volume si rivela una lettura molto ironica e passionale, un libro che credo sarebbe bene consigliare nelle scuole, proprio come Heartstopper. Lo trovo davvero perfetto per raccontare il mondo LGBT+, questa volta in chiave più spensierata. Narrativamente non è un romanzo così perfetto: diciamo che non è una storia particolarmente innovativa (analizzando la trama nuda e cruda); eppure devo ammettere che è un libro così forte che ho capito solo alla parola fine quanto sia rivoluzionario. Di pagina in pagina continuavo a commentare quanto tutto fosse impossibile, fantascientifico. Una donna divorziata presidente della nazione in cui l’immagine di perfezione è tutto. “Dai non esiste”, o anche, “L’America non accetterà mai la bisessualità di un componente della famiglia presidenziale, insomma è il paese che ha votato Trump!”. Ecco la sua bellezza sta tutta in questa costante sorpresa, mista a miscredenza: si tratta di un mondo irreale. L’autrice stessa lo ribadisce: una realtà ironica e parallela. Confrontando le date della sua scrittura diventa sempre più chiaro che questo libro è, ed è stato, la risposta a un’America (ma anche a un mondo) che ancora non capisce. Sta diventando drammaticamente un quotidiano rendersi conto che non siamo capaci di accettare l’inclusività: là fuori ci sono persone che discutono del colore della pelle della Sirenetta, là fuori si vendono decine di giornali su pettegolezzi legati ai Royals, là fuori conta di più fare rumore in campagna elettorale che di dare sostanza al proprio programma.

LIbri come “Rosso, bianco e sangue blu” non credo dovrebbero essere recensiti per la componente romantica, quella spicy, o per il “trash”. Semmai dovremmo avere la forza di ammettere quanto ci disturba trovare irreale un mondo come questo, in cui fare coming out per un reale o per un personaggio pubblico, potrebbe significare la fine di una carriera. Un mondo dove conta (troppo) l’opinione pubblica, anche quella bigotta, ignorante, sessista e omofoba. Per fortuna ci sono libri come questo che ci ricordano che questa non dovrebbe essere la realtà giusta.

Recensione Wilder girls di Rory Power

Recensione Wilder girls di Rory Power

Una scuola di sole ragazze su un’isola. Tutte affette da un morbo misteriose che a tratti le deforma, trasfigurandone una parte fino a renderle mostruose e sempre più vicine alla morte.

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

Ci sono tante cose che proprio non funzionano, a mio parere, in questo libro. Troppe ingenuità strutturali, troppi momenti spesi in frasi di elucubrazioni che non servono minimamente alla trama. Una buona parte del testo non da nulla al lettore. Ed è un peccato perché ci sono molte cose che, per esempio Hetty, avrebbe potuto trasmettere al lettore sul TOX (il morbo che le affligge) che invece viene gestito come un contorno. L’esempio più ovvio è quello della scuola. Sono tutte trasfigurate dalla malattia in qualche modo, eppure lo ricorda giusto ogni tanto. Ribadisce i “difetti” delle altre protagoniste, ma non si sofferma mai a raccontarli davvero: non vediamo grandi conseguenze se non il fatto che Reese non può sparare. E poi tutte vogliono sopravvivere? Sul serio? Nessuna che da trasformata desidera di morire? Nessuna che alla fame, alla prigionia, risponda dando fuori di matto? Tutte lì, rinchiuse in una scuola, nei dormitori, con due adulti e tutte che rispettano le regole? Sul serio? Hanno le armi e a nessuna in due anni è mai venuto lo schizzo di prendere il potere e mandare a quel paese tutto? Non dico che dovesse andare così la storia, ma si menano per un tozzo di pane ammuffito, e poi vivono in pace e rispettano le regole? È impossibile che siano tutte belle tranquille ad aspettare la cura o la morte.

Anche la dinamica LGBT sembra messa lì così giusto per dare colore, e il rapporto Reese-Hetty-Byatt mi ha fatto storcere il naso. Un po’ perché sembra essere messo lì a casaccio, toccato, sfiorato in alcune scene e poi è “ammore”. Devo dire che essendo il secondo F/F che leggo, ancora non riesco proprio nemmeno a provarci ad empatizzare con i personaggi, quindi qui lo dichiaro, preferisco gli M/M.

Un libro con una cover da sogno che però non riesce proprio a dare di più al suo interno di un po’ di curiosità. Sconsigliato, bocciato, passate oltre. Ok è la mia opinione ma riassume tutta la delusione dell’averlo letto.

Recensione Heartstopper volume 2 di Alice Oseman

Recensione Heartstopper volume 2 di Alice Oseman

Charlie e Nick si sono baciati, e adesso? Charles è sinceramente innamorato di Nick, ma lui è etero e dopo il bacio è scappato via… Nick però non sa bene cosa sente, ma sa che per Charlie prova qualcosa di sincero. Come reagirà il mondo?

Questo libro è stato offerto da Mondadori.

Questo secondo albo parte con la marcia già ingranata, si divorano le pagine come se fosse la cosa più naturale al mondo e ci sono dei momenti in cui, nonostante la corsa, ci si ferma a sospirare felici di questo amore così giovane e innocente. Una relazione che non dovrebbe avere nulla di sbagliato eppure potrebbe non essere accettata.

Il percorso dell’autodeterminazione di genere è spesso stato banalizzato o saltato in altre opere, qui invece abbiamo il tempo di capire quanto la paura della società, del non capirsi, possa rendere difficile la vita degli adolescenti. Trovo che sia importante e molto forte mostrare soprattutto in una storia così delicata e intensa; il lettore si trova a soffrire con i personaggi.

Questi volumi sono un viaggio alla scoperta delle identità di genere, all’accettazione: imparare che non si possono fare distinzioni tra etero e persone con un diverso inquadramento è un percorso ancora lungo nella nostra società, eppure questo libro è uno dei mattoni con cui possiamo costruire il futuro. Non è semplicemente una storia d’amore, questa serie parla ai giovani lettori ma non solo, si rivolge a tutti e io vorrei farla leggere a più persone possibili.

Come ho già detto per il primo volume, i disegni aiutano il lettore a entrare in sintonia con la storia, a trovarsi travolto e grazie a una curata posizione delle tavole e delle vignette, si ride moltissimo. Inoltre piccola chicca a fine volume, abbiamo un primo capitolo di una storia Spin-off.

Questa serie si sta rivelando qualcosa di più del solito libro, del fumetto usa e getta. Gradirei vederlo tra i testi alle superiori, vorrei che i professori insegnassero la storia di Charlie e Nick. C’è bisogno nel mondo di storie uniche e dirette come questa, e il mondo deve leggerle

Recensione Heartstopper volume 1 di Alice Oseman

Recensione Heartstopper volume 1 di Alice Oseman

Charlie ha fatto da tempo coming out, ha vissuto momenti particolarmente duri ma ora sembra tutto passato. L’incontro con Nick lo aiuterà a uscire dal suo guscio, e non solo. Quel ragazzo, che sta diventando suo amico, sembra scatenare in lui emozioni forti. Nick però non è gay… o forse sì?

Questo libro è stato offerto da Mondadori.

Le tematiche legate al mondo LGBT+ stanno pian piano arrivando in televisione, ma anche in libreria. Trovo che un fumetto così delicato aiuti molte persone ad aprire gli occhi, primi tra tutti i giovani. Analizzando i prodotti pre-duemila, spesso la tematica omosessuale non è mai stata affrontata con il chiaro scopo di informare e trasmettere delle figure positive. A tutti quelli che mi fanno notare che ci sono molti più gay, lesbiche o trans protagoniste di storie, io rispondo: finalmente! Abbiamo bisogno di renderci conto che non esistiamo solo noi etero. Il mondo la fuori è molto più colorato di quanto fino ad ora i televisori ci hanno mostrato.

Parliamo però del fumetto. Ho letto qualche Yaoi giapponese, ma Heartstopper è molto diverso. Non punta al pubblico femminile, o meglio non solo. Si sente il taglio occidentale nella narrazione (oltre che nel tratto), alcune scene sono rivolte ai giovani lettori per raccontare l’omosessualità e la coscienza dei propri sentimenti. In uno Yaoi difficilmente si trovano questo genere di situazioni, c’è più spazio per il romanticismo e al coinvolgimento emozionale del lettore.

I disegni sono semplici ma molto efficaci, spesso sono delle piccole emoticons o la punteggiatura a esprimere, più delle parole, l’animo dei personaggi. Le tavole hanno un tratto pulito e lasciano spazio alla narrazione attraverso piccoli riquadri, come se fossero gli zoom di una videocamera, in cui però è il lettore che deve avvicinarsi per vederla meglio.

Pochi dialoghi, ma bastano per tratteggiare i protagonisti e i personaggi secondari. Io vorrei un volume su Victoria Spring, la adoro. Inoltre nelle ultime pagine ci sono le schede dei personaggi e alcune chicche da gustare a fine lettura.

Apprezzo molto il formato, la scelta grafica di colorare la bordatura delle pagine di rosa antico, la mia unica remora è sulla carta, di grammatura alta, che dona al volume di meno di trecento pagine uno spessore da fumetto che ne ha almeno il doppio.

Un fumetto di cui non vedo l’ora di leggere il seguito. E’ il primo passo concreto per rendere il mondo LGBT+ meno nascosto. Una storia da far leggere anche ai più giovani perché possano aprire gli occhi su quanto l’omofobia sia insensata e l’unica a dover essere discriminata.