Recensione Il vero amore esiste di Julia Quinn

Recensione Il vero amore esiste di Julia Quinn

Gregory Bridgerton è l’ultimo scapolo di famiglia, non ha fretta, è sicuro che l’amore esista e da qualche parte ci sia la donna giusta per lui. Peccato che, galeotta fu quella nuca, Lady Hermione è già innamorata e, per quanto Lady Lucinda gli stia dando una mano per conquistarla, sembra chiaro che il loro amore non avrà un futuro.

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

L’ultimo fratello della famiglia Bridgerton chiude con il botto questa serie di otto volumi. Il penultimo libro non mi aveva conquistato, invece qui Julia Quinn dimostra di avere di nuovo le capacità per intrigare il lettore e riuscire a tenerlo incollato alle sue pagine. Partiamo con il dire che questo libro, oltre a chiudere la serie, propone una storia molto diversa dalle precedenti: abbiamo un amore con corrisposto, un protagonista che non capisce davvero i suoi sentimenti e soprattutto abbiamo intrighi e ricatti. La tensione rimane altissima fino alle ultime pagine che sono una corsa contro il tempo. Inoltre abbiamo l’intrigante scelta dell’autrice di mettere in gioco due diverse possibili candidate al ruolo di possibile amata per il povero Gregory.

Insomma questo libro chiude con degli autentici fuochi d’artificio la serie e lascia orfane noi lettrici che ora dovremo trovare un’altra serie come questa per accompagnare la nostra estate. Analizzando, a fine dell’intera serie, i volumi, devo confessarvi che il mio preferito resta il volume su Francesca (Amare un libertino) per le tematiche legate alla maternità e al lutto, in seconda istanza abbiamo Anthony (Il visconte che mi amava) e quello più fuori dagli schemi di Eloise (A Sir Philip, con amore).

Julia Quinn si è rivelata una autentica maestra del genere Historical Romance e sono certa che la si potrà apprezzare anche nelle altre serie di romanzi da lei scritta. La speranza è che l’ondata Bridgerton porti in libreria questo genere che di solito è relegato all’edicola in edizioni molto economiche, ideali per essere letture da ombrellone, ma che a mio parere possono dignitosamente occupare lo spazio delle libreria di noi lettrici romantiche in un formato più ricercato.

Recensione Tutto in un Bacio di Julia Quinn

Recensione Tutto in un Bacio di Julia Quinn

Hyacinth è l’ultima sorella di casa Bridgerton a non essere ancora sposata. Forse il suo problema è il carattere molto spigoloso e schietto che allontana tutti i possibili pretendenti. Certo di proposte ne ha avute, ma nessuna a lei degna. Sarà forse lo scapestrato Gareth St. Clair a essere l’unico a tenerle testa?

Attenzione questo libro è stato offerto da Mondadori.

Rispetto ai precedenti volumi della serie, insieme a quello dedicato a Benedict (La proposta di un gentiluomo), questa storia è quella che mi convince meno, . C’è molta più passione rispetto ai precedenti libri, cosa che apprezzerei se in alcuni punti Julia Quinn non avesse calcato la mano su quelle, lasciando un poco da parte gli altri aspetti della trama. Un esempio (un po’ spoiler quindi non leggete questo commento e passate al prossimo paragrafo) è la richiesta della mano di Hyacinth da parte di Gareth, rivolta però direttamente a Anthony che la accetta festeggiando subito senza davvero conoscere il futuro genero. Ha già rifiutato altre proposte di matrimonio, ma questa volta non si mette minimamente in discussione se lo faccia o meno per la dote (visto che Gareth ha problemi economici). Mi è sembrato un minimo forzata, piuttosto avrei approfittato della festa dei Bridgerton per introdurlo in famiglia e vedere che venisse accettato dal capofamiglia, piuttosto che dare per scontato che la sua proposta fosse sincera.

Sono troppo pignola? Forse, ma rispetto agli altri ho visto che il focus della storia si sposta troppo sui gioielli e lascia in panchina il resto del mondo intorno ai protagonisti. Sia chiaro bellissima la stoia alle spalle di Gareth, ma per una volta non ho visto la completezza del mondo regency alle spalle dei Bridgerton essere parte della trama.

Siamo ormai agli sgoccioli per questa serie. Manca infatti un ultimo volume e ormai siamo vicinissimi al e vissero tutti felici, contenti e sposati. Un poco mi spiace perché mi ero affezionata a questa numerosa famiglia, infatti mi chiedo che ne sarà di me dopo, quali altri libri potranno accompagnarmi come questi?

La speranza è che Mondadori non abbia timore di cavalcare questa onda positiva di historical romance e porti in formato libreria molti altri classici che ha già nel catalogo edicola.

Recensione Kilmeny del Frutteto di Lucy Maud Montgomery

Recensione Kilmeny del Frutteto di Lucy Maud Montgomery

Eric Marshall è pronto per prendere il suo posto nel mondo ma, per aiutare un amico, si trasferisce momentaneamente a Lindsay sostituendolo nell’insegnamento della scuola locale. È per caso, durante una passeggiata, che Eric incontra Kilmeny. Lei sta suonando il violino, ma quando  Eric la avvicina, fugge spaventata.

Ignora infatti che la ragazza che ha visto, è la figlia di un tremendo peccato, segnata da esso anche nel corpo.

I libri di Lucy M. Montgomery sono sempre una rivelazione. Leggerla in questo libro è scoprire una nuova sfaccettatura di questa donna che, troppo spesso, viene relegata solo ai libri dedicati ad “Anna dai capelli rossi”. Certo il libro non è invecchiato bene. Si sente la struttura di inizio novecento e anche alcune tematiche segno dell’epoca. Il mutismo della protagonista omonima per esempio, viene ritenuto un elemento così invalidante, sia dai personaggi che dalla stessa Kilmeny, tanto da non meritare una vita come gli altri. Nel suo insieme però è una lettura godibile.

È un libro tradotto con molta cura, anche se vi confesso che al posto di molte note che segnalavano la forma originale del testo, avrei preferito un’introduzione che parlasse del registro scelto dall’autrice, permettendo di godere l’opera tradotta a tutto tondo. Di pregio è la scelta di inserire anche le stampe della pubblicazione originale, che avrei visto bene anche associandole alle scene nel testo, non relegate solo a fondo volume.

Lo si legge davvero in poche ore. E’ un piacere farlo, anche perché la Montgomery amava il Canada, e anche qui tira fuori la poesia dell’Isola del principe e la fonde con la storia romantica. Questo è un volume adatto a chi cerca la delicatezza dei romanzi di fine ottocento o inizio novecento. Una lettura perfetta per la primavera da poter assaporare all’aria aperta.