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  • Il castello blu

    Il castello blu

    Delicato, romantico, un romanzo che consiglio a occhi chiusi. Una storia dalla rara bellezza che mai assocereste all’autrice di “Anna dai capelli rossi”. Questo è un volume che dimostra quanto gli scrittori possano essere poliedrici e andare oltre al genere per cui sono famosi: questo è un romanzo romantico, non una storia per giovani lettori. Una di quelle che fanno sognare e sospirare, scritto nei primi decenni del ‘900.

    La storia parla di Valancy che, a quasi trent’anni, non è sposata e non ha mai saputo vivere una sua vita. Si è sempre adeguata a quanto la sua numerosa famiglia decideva per lei. Ora che però scopre di avere solo un anno di vita, abbandona tutto alla ricerca di una vita vera. Modesta ma autentica.

    Potete certamente vederlo come un romanzo d’evasione se si guarda oltre al fuga della protagonista, se si sanno cogliere le finezze. Il senso di libertà di questo volume richiama Walt Witman e il suo “andai a vivere nei boschi perché volevo vivere veramente”. Lo affronta come una donna sola, zitella, a cui il romanzo trova l’amore, ma per quanto la forma cambi, la morale è vivere e non dimenticare che le prigioni siamo solo noi a crearle.

    Se già non bastasse questo a renderlo un libro speciale, come già vi ho detto per altre edizioni Jo March, adattamento e traduzione sono sublimi. La vera chicca si racchiude nella prefazione che introduce il lettore al romanzo, spiega come l’aspettativa fosse di una semplice lettura di svago, una dozzinale storia d’amore, ma mostra in realtà quanto l’autrice avesse messo se stessa e il suo bisogno di riscatto in quelle pagine; una forte metafora palese, che mostra quanto tutti abbiano bisogno di essere loro stessi, contro le convenzioni sociali, contro gli stupidi preconcetti di una famiglia opprimente, di una società che giudica e spera di non essere mai sottoposta al tribunale pubblico delle dicerie.

  • Nord e Sud

    Nord e Sud

    Margaret Hale è costretta a lasciare la sua casa dell’infanzia per seguire la famiglia, a Nord, in una città industriale. Un duro colpo per lei che aveva solo conosciuto le campagne bucoliche del Sud inglese. Dovrà fare i conti con la realtà grigia e fumosa delle prime fabbriche e delle conseguenze del lavoro industrializzato.

    Quando si avvicina ad un classico c’è sempre un poco di timore: chi è un lettore forte di narrativa contemporanea, trova i romanzi pre-1900 come letture pesanti che difficilmente si affrontano a cuor leggero. Troppo spesso ci sono romanzi ottocenteschi che per quanto siano grandi libri della letteratura, non vengono portati nelle librerie italiche perché non hanno mercato. I classici, sono quelli che si studiano a scuola, gli altri, per quanto importanti e godibili, non sono un prodotto ideale per il lettore medio.

    Eppure esiste un’eccezione. Per fortuna editori come la Jo March pubblicano quei grandi capolavori della letteratura vittoriana, rendendoli accessibili a non solo per quel pubblico che desidera integrarlo ai propri studi; i loro testi riescono ad arrivare in libreria per tutti.

    Un libro che potrebbe spaventare per la mole, eppure è tradotto un maniera sublime, diventando molto più scorrevole di quanto lo si possa pensare. La storia è fluida e il lavoro di adattamento è stato fatto con cura, permettendo all’opera di mantenere il suo senso, senza però rivelarsi troppo pesante per chi non è avvezzo al genere.

    Se lo si legge da classico, si incontrano tematiche molto interessanti legate alla rivoluzione industriale, permettendoci non solo di capire la vita di un lavoratore medio di quell’epoca, ma facendoci riflettere sui diritti e su come fosse diversa la vita delle prime città industrializzate rispetto a quelle di campagna. Se lo si affronta invece come narrativa si ha una buona storia romantica vittoriana, con diversi elementi che spingono il lettore a divorare ogni capitolo nella speranza di scoprire come le incomprensioni e conflitti si risolveranno. Se siete rimasti rapiti da “Cime tempestose” o “Orgoglio e Pregiudizio”, di certo non potete lasciarvelo sfuggire.

    Ultimamente questo testo è stato tradotto anche dal altre case editrici, eppure io mi sento di consigliarvi solo questa edizione e non solo per lo splendido lavoro di adattamento, ma anche per le introduzioni che questa casa editrice produce per ogni suo testo. Oltre ad avere una buona biografia dell’autrice, si può leggere una analisi sul testo che davvero porta il lettore ad approfondire le tematiche del libro. Insomma non troverete il solito saggio con paroloni altisonanti che vogliono dire poco.

    Da recuperare per il vostro scaffale dedicato all’inghilterrapre ‘900, che presto sono certa si riempirà anche di altri titoli di questo editore. Provare per credere.