Recensione Pumpkinheads di Rainbow Rowell e Faith Erin Hicks
È l’ultima volta che lavoreranno al campo di zucche, e la malinconia investe Josiah. Deja non ha però intenzione di lasciare che il suo miglior amico viva di rimpianti. Per questo inizia una folle corsa per permettere a Josiah di parlare, almeno una volta, con la ragazza dei dolcetti.
Attenzione questo albo è stato fornito da Mondadori.
In se questo volume è molto scorrevole, ogni capitolo permette al lettore di scoprire il campo di zucche e, il susseguirsi di contrattempi e divertenti disavventure, accompagna il lettore verso una morale semplice: la vita va avanti, ma qualcosa resta sempre.
La scelta di mostrare Deja come bissessuale è stata insolita, non mi aspettavo in questa storia, che mi sembra rivolta a un pubblico quasi pre-adolescenziale, ci sia una figura non etero. Attenzione non mi sconvolge alla Helen Lovejoy (qualcuno pensi ai bambini!), semmai mi sembra quasi strano vedere con quale naturalezza si adatta alla trama; dovrebbe essere sempre così, eppure vengo da una generazione che NON ha visto questo genere di storie, e sì rimane stranamente (ma piacevolmente) sorpresa.
Il finale è alquanto scontato, le continue disavventure che allungano la storia rendono chiaro un plot twist che è nell’aria dalle prime pagine. Peccato perché averlo capito così presto ha reso la storia, nel suo insieme, nulla di speciale.
I disegni sono tipicamente nord americani che non apprezzo moltissimo Ho trovato però di pregio la visione alternativa del classico fumetto americano: Dejaper esempio ha una silhouette particolarmente formosa e piacevole a vedersi, ho gradito che non fosse la solita figura longilinea. I colori sono saturi e raccontano l’autunno con le varie tonalità calde tipiche della stagione, rafforzate anche dall’ambientazione.
In definitiva una graphic novel molto carina, ideale per giovani lettori, senza troppe pretese ma che da una graziosa visione delle zucche, e anche degli zucconi.