I guardiani della notte
Dalla Russa, quasi in punta di piedi, arriva un Urban Fantasy che da uno schiaffo al genere e schiocca le dita davanti agli occhi dei lettori troppo spesso, distratti dall’ennesimo successo editoriale, hanno bisogno di essere richiamati all’attenzione per notare che in libreria c’è qualcosa di nuovo, di diverso.
Ruvido come una vodka secca bevuta in un solo sorso, duro come le sonorità della lingua in cui è stato scritto, “I guardiani della Notte” racconta una storia dove vampiri e altre creature fantastiche esistono e sono sempre esistiti, i guardiani, della notte o del giorno, mantengono l’ordine tra bene (notte) e male (luce). La trama fino a qui vi farebbe pensare che è solo l’ennesimo urban fantasy che sfrutta questi classici ingredienti in nella location “esotica” di turno, la Russia, ma Mosca, con il suo aspetto austero, non è solo un contorno, si sente che l’autore porta la sua cultura nel romanzo e va oltre, creando una storia dove il bene e il male non hanno la necessità di vincere, semmai devono trovar un equilibrio per coesistere, perché nessuno può prevalere sull’altro per il bene comune e il compromesso è la vera chiave per la felicità comune.
Lasciamo però il lato filosofico e moralistico che questo romanzo porta e concentriamoci sull’aspetto più intrigante che questa serie, formata da quattro romanzi, mi riferisco al fantastico. La mano russa che muove le fila degli elementi classici lo fa in maniera aspra aggiungendo degli elementi insoliti: la cosa che più mi colpì quando lo lessi era la realtà in cui i guardiani si muovevano, una visione parallela dove il nostro mondo è polveroso, sporco e buio dove l’invisibile prende forme spaventose e inaspettate.
Questa serie di libri è proprio qualcosa di diverso da avere in libreria, una lettura che nel momento adatto può farvi saggiare un sapore sconosciuto, grazie a un autore maestro nel creare una storia complessa, per noi che abbiamo sempre letto libri che arrivano dalla cultura occidentale. Una serie di quelle belle, strane che se avesse avuto natali più vicini a quelli europei certamente avremmo visto i film al cinema, invece è Russa e quei film, perché ne hanno tratti due, si possono recuperare a fatica in italiano e poco rendono giustizia alla sua bellezza narrativa.