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  • Forse un giorno

    Forse un giorno

    Il nome dell’autrice Colleen Hoover è arrivato quasi per caso alle mie orecchie. Sempre per quel caso (che non esiste) sono arrivata a trovare questo libro a un prezzo scontatissimo e l’ho letto. È stato amore. Ancora oggi mi domando cosa aspetti Sperling Kupfer a pubblicare tutti i suoi libri, visto che ne ha acquistato i diritti da tempo.

    Sydney scopre che il suo fidanzato la tradisce con la sua coinquilina, nonché la sua migliore amica. È costretta a scappare di casa e cercare un modo per ricominciare da zero. Per sua fortuna la soccorre Ridge, il misterioso ragazzo del balcone di fronte, che ogni sera suona la chitarra.

    La premessa sembra delle più banali: una storia facile facile, già scritta nella mente di chiunque abbia letto un minimo di romance. Invece questo non è un libro normale, è un libro di Coleen Hoover. Per quanto possa esserci amore e romanticismo, ci saranno anche una marea di fazzoletti che finiranno fradici delle nostre lacrime, perché questa autrice riesce a distruggere i cuori dei suoi personaggi, e con i loro anche i nostri. Non faccio spoiler ma ci sono diverse cose che l’autrice tira fuori nei momenti giusti per farci soffrire, ricordandoci che la vita è fatta anche di momenti difficili e prove che la vita ci mette davanti.

    Coleen non racconta solo storie d’amore, no, mette l’amore anche in quei lati B della vita che lasciamo al margine di ogni nostra fantasia. In questo libro (come anche negli altri) i protagonisti sono in qualche modo “difettosi” per il mondo. Questo però non li rende delle vittime, semmai è il loro canto di gioia nonostante tutto a dare maggiore forza a ogni capitolo. Già perché se la vita picchia duro, loro non hanno paura a indossare i guantoni e affrontarla.

    Ideale per i vostri scaffali romantici, perfetto se cercate qualcosa che vi faccia trovare un po’ di speranza e voglia di lottare.

  • Il castello blu

    Il castello blu

    Delicato, romantico, un romanzo che consiglio a occhi chiusi. Una storia dalla rara bellezza che mai assocereste all’autrice di “Anna dai capelli rossi”. Questo è un volume che dimostra quanto gli scrittori possano essere poliedrici e andare oltre al genere per cui sono famosi: questo è un romanzo romantico, non una storia per giovani lettori. Una di quelle che fanno sognare e sospirare, scritto nei primi decenni del ‘900.

    La storia parla di Valancy che, a quasi trent’anni, non è sposata e non ha mai saputo vivere una sua vita. Si è sempre adeguata a quanto la sua numerosa famiglia decideva per lei. Ora che però scopre di avere solo un anno di vita, abbandona tutto alla ricerca di una vita vera. Modesta ma autentica.

    Potete certamente vederlo come un romanzo d’evasione se si guarda oltre al fuga della protagonista, se si sanno cogliere le finezze. Il senso di libertà di questo volume richiama Walt Witman e il suo “andai a vivere nei boschi perché volevo vivere veramente”. Lo affronta come una donna sola, zitella, a cui il romanzo trova l’amore, ma per quanto la forma cambi, la morale è vivere e non dimenticare che le prigioni siamo solo noi a crearle.

    Se già non bastasse questo a renderlo un libro speciale, come già vi ho detto per altre edizioni Jo March, adattamento e traduzione sono sublimi. La vera chicca si racchiude nella prefazione che introduce il lettore al romanzo, spiega come l’aspettativa fosse di una semplice lettura di svago, una dozzinale storia d’amore, ma mostra in realtà quanto l’autrice avesse messo se stessa e il suo bisogno di riscatto in quelle pagine; una forte metafora palese, che mostra quanto tutti abbiano bisogno di essere loro stessi, contro le convenzioni sociali, contro gli stupidi preconcetti di una famiglia opprimente, di una società che giudica e spera di non essere mai sottoposta al tribunale pubblico delle dicerie.

  • Il prezzo della sposa

    Il prezzo della sposa

    Non ho mai amato particolarmente i romanzi epistolari. La lettera, uno strumento di comunicazione che sembra in via di estinzione, è stata però per molti secoli uno dei pochi modi per comunicare ed esprimere le proprie emozioni. Due autrici hanno capito le sue potenzialità e le anno messe al servizio di una saga romantica che comprende ad ora quattro volumi e due spin off. Non è una scelta così innovativa quella di scrivere un romanzo epistolare, ma la loro padronanza del mezzo ha prodotto una narrazione corale: le decine di storie di sottofondo rendono il tutto complesso, a volte non solo si rimane rapiti dalla storia di punta del romanzo, ma si vuole sapere molto altro di quelle che ne fanno da contorno.

    Lo so, ho parlato di saga romantica, e questo potrebbe non convincervi, e se aggiungo pure che si tratta di un romanzo autoprodotto ho il terrore che alcuni di voi nemmeno andranno avanti a scoprire l’unicità di questo libro, ma io vi invito fermarvi un attimo e ascoltare quanto ho da dire.

    La storia è quella di una bambina di nobili natali e di un figlio di un modesto mezzadro, uniti dalla passione per gli scacchi, ma se l’amicizia è un sentimento che si può tollerare, crescendo i due imparano che la differenza tra classi è un ostacolo. Lo so pensate che sia semplicemente l’ennesima storia romantica ambientata in un’epoca passata, ebbene vi sbagliate! La complessità del mondo riproposto dalle autrici, ma anche le sottotrame, come pure la cura storica lo elevano a molto di più.

    Mi soffermerei su questo punto in particolare. È difficile trovare autori che fanno autentica ricerca storica per parlare scrivere romanzi rosa storici. Troppo spesso ho trovato autrici che si sono cimentate nel genere attirate dalle fantasie di pizzi e crinoline, tralasciando che ci sono elementi che se collocati male nella storia, rischiano di farla sembrare un semplice romanzo rosa in abiti d’epoca. Conoscere le regole della società, sapere come gestire una scena in una sala da pranzo, o anche i soli tempi di attesa tra una lettere e l’altra, sono finezze che rendono reale questo libro e evitano di abbassarlo a semplice lettura d’intrattenimento. Questo libro come anche gli altri della serie sono autentici viaggi nel passato, difficilmente troverete fatti piegati alla narrazione semmai, sarete voi costretti a rispettare l’etichetta, a vergognarvi di aver frugato nella corrispondenza dei personaggi.

  • Inverno si era sbagliato

    L’inverno si era sbagliato

    Penso fu Adriano Barone a spiegarmi come nel mercato anglofono esistessero solo tre momenti storici fondamentali per ambientare una storia: la guerra dei cent’anni, la rivoluzione industriare e infine il nazismo (seconda guerra mondiale fa troppo tecnico). Ora, se ci pensate la maggior parte dei romanzi storici di origine inglese hanno queste tre ambientazioni come capo saldo, sono stati tre momenti storici che vogliono l’Inghilterra come punto centrale del mondo, a paragone se ci pensate noi abbiamo i romani e il rinascimento, quindi è normale che abbiano scelto di dare spazio e risalto a quelle epoche. Per fortuna si trovano eccezioni degne di lode come per esempio “L’inverno si era sbagliato” di Louisa Young.

    L’incontro tra Riley e Nadine avviene al parco, sono ancora bambini quando le loro strade si intrecciano, lei figlia della Londra bene mentre lui è figlio di operai. Un incontro fortuito, un invito a casa per cambiare i vestiti zuppi di neve e un artista che si prenderà cura degli studi di quel ragazzo sveglio. Ma la realtà è che crescendo quei due ragazzi hanno iniziato ad amarsi, Nadine è troppo per un ragazzo senza una famiglia dell’alta società e senza un futuro. Per questo e anche per mille altri dubbi Riley si arruola per combattere nella grande guerra appena scoppiata, andrà in Francia a liberare il Belgio dai tedeschi. Un conflitto scoppiato e che sembra essere facile da vincere. Gli orrori della trincea della prima grande guerra mondiale cambieranno tutto.

    Lo so cosa state pensando: è un romanzo d’amore. Sì avete ragione, ma se questo è il problema che vedete nella trama, state vedendo il libro nel modo sbagliato. Certo è un romanzo con una struggente storia romantica, ma il punto è la sua collocazione storica: la prima guerra mondiale. Si dimenticano gli orrori di tutti quei ragazzi che partirono convinti che quel conflitto sarebbe durato un attimo e non tornarono più a casa, in quella prima moderna guerra dove si combatteva nelle trincee, senza avanzare per mesi, trovandosi circondati da cadaveri, con la speranza di essere ferito abbastanza per un rimpatrio.

    In questo sfondo che non ha nulla di zuccheroso si svolge una storia d’amore semplice scandita da lettere, incomprensioni create dalla cruda realtà del campo di battaglia. Sebbene il libro parli di tre donne è Nadine la protagonista con Riley che un fortuito intreccio lega a Julia prima e poi a Rose e al capitano Stocke.

    L’accuratezza storica è ben curata e vengono anche proposte delle casistiche sanitarie (non entro nello specifico per non fare spoiler) che i giovani ignorano di quella guerra combattuta agli albori della medicina moderna.

    Dimenticate Downton Abbey, qui si vive l’Inghilterra più comune di quegli anni davvero unici e che non andrebbero dimenticati; una storia fortemente romantica ma anche dura. Un libro di cui in Italia è arrivato anche il seguito, dal titolo “I giorni del ritorno”, ma che si è fermato solo a questi due volumi quando invece avrebbe potuto continuare la serie portando avanti la vita difficile dei personaggi in quei momenti storici così ricchi e complessi. Da recuperare per la vostra libreria, fidatevi, non ve ne pentirete.