Recensione Il mondo di Milo di Richard Marazano e Cristophe Ferreira

Recensione Il mondo di Milo di Richard Marazano e Cristophe Ferreira

Milo è molto spesso solo e, trovando un pesce nel lago vicino casa, ignora che sarà per lui l’inizio di un’avventura molto particolare oltre la sua sponda.

Attenzione questi albi sono stati forniti da Renoir Comics.

Che il fumetto francese vanti una delle maggiori tradizione a livello europeo non lo possiamo negare, eppure devo confessarvi di non averne letti molti. È l’ennesima delle mie carenze ma, ammettiamolo, non è così facile sapere tutto di tutti. Se però mi viene data la possibilità di colmare questi gap, non mi tiro indietro, e anzi con piacere vi pongo rimedio.

La serie di cui vi parlo oggi (ho letto i primi tre volumi, che equivalgono a 6 dell’edizione originale) ha dei toni molto particolari: è facile ricondurla ai mondi immaginati da Miyazaki. In alcuni punti vi confesso di aver sentito l’ispirazione a opere come Ponyo, mi è sembrato quasi un omaggio al lungometraggio. An altri si può scorgere anche “The boy and the beast”. Non saprei dirvi se sono i colori o l’ambientazione, ma l’impressione è che potrebbe aver in qualche modo influenzato la realizzazione dell’opera. Il disegno non è manga, ma potrebbe passare tranquillamente per un made in Japan: una via di mezzo tra Mohiro Kitō e appunto Hayao Miyazaki. Le tavole hanno colorazioni molto tenue, che spesso quasi contrastano con le onomatopee, particolari scene d’azione o le grida dei protagonisti che non sono ben amalgamate al disegno. Questo forse è un tratto che ci riporta più in europa, abbandonando la chiara componente nipponica, che però sembra urlare nelle tavole degli sketch contenuti alla fine di ogni volume.

La storia è un susseguirsi di avventura e magia, dove l’altra sponda del fiume si rivela un mondo che si ama da subito rimanendovi piacevolmente immersi, scoprendo le gioie e le difficoltà che coinvolgeranno a Milo. L’unica pecca è che siamo al terzo volume e certamente ne saranno previsti altri tre. Odio le serie in corso, perché vorrei leggere tutta la storia d’un fiato e doversi fermare, in attesa dei prossimi volumi, è un dispiacere.

Il mondo di Milo é consigliato a chi cerca una serie che sta tra il fumetto e la graphic novel. Una storia ideale per ragazzi, ma che fa sognare anche gli adulti. Ideale per chi ha bisogno di qualcosa di diverso e, per quanto vicino nello stile, molto lontano come provenienza dal Giappone.

Recensione Le necessità del bene di Massimo Trifirò

Recensione Le necessità del bene di Massimo Trifirò

Chi di noi non ha studiato almeno una volta i fatti della Rivoluzione francese? Che si siano viste le date e appresi i fatti salienti è cosa comune, dopotutto il programma scolastico prevede di farla conoscere a tutti gli alunni italiani. Eppure le sfumature rosso sangue, che caratterizzavano il regime del terrore, sono spesso occupate da poche righe, o si riducono a brevi spiegazioni. Il loro approfondimento però trovo che offra spunto di riflessione importante.

Attenzione questo libro è stato offerto da NeptUranus Editore.

Ci sono periodi storici di cui non smetterei mai di leggere. La rivoluzione francese è forse quello che mi intriga maggiormente. Lo è per la sua importanza storica, ma anche per i risvolti crudi che ha mostrato ai posteri. Se pensiamo ai suoi fondamenti “libertà, uguaglianza e fraternità” è quasi cacofonico poi pensare che, di quel periodo, è stata la ghigliottina a cercare di farli rispettare. Le teste che rotolavano per la salvezza della Francia furono certamente troppe e molto spesso non necessarie. Eppure non si pensa al voler approfondire le storie di sottofondo di queste esecuzioni. Si pensa Luigi, a Maria Antonietta, ai nobili che sfruttavano il popolo, agli ecclesiastici che sfruttavano la fede gente, tutti colpevoli in qualche modo. Forse tra di loro c’erano innocenti, uomini e donne finiti nel fascio fatto per il bene comune, per la salute pubblica, carne da macello necessaria per portare avanti il cambiamento.

È il caso delle suore del monastero di Compiègne, donne che avevano votato la vita alla fede e alla clausura, che si ritrovarono accusate di fanatismo da chi usava la fede nel cambiamento per giustificare il loro martirio.

C’è da dire che il libro in sé è davvero molto breve. Una pillola di storia, cruda e nuda, per scoprire questo piccolo fatto d’orrore. Un peccato sia relegato a poche pagine perché se ne potrebbe tranquillamente ricavare un romanzo. Trovo che sia una lettura utile per chi ama la storia e cerca un qualcosa di diverso per approfondirla. L’autore sa il fatto suo e, anche se contrappone momenti di narrazione all’analisi del fatti storici, porta i lettori nel furore di sospetti, accuse e fanatismi con accuratezza, lasciando lontane dalle pagine la pesantezza da professore che cerca di insegnarti la storia attraverso date e avvenimenti.

Pillole di storia che però mi sarebbe piaciuto leggere per pagine e pagine, ma forse questo libro è veloce nel suo narrare, così come lo fu la ghigliottina nel dare giustizia.